Inno alla “via di mezzo”

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Ho scritto questo “inno” come risposta alla “moda” di oggi, il perfezionismo. In TV, per le feste, per la moda, per il cibo, … per l’arte. Se non sembra perfetto va “migliorato” artificialmente. A me invece piaciono le cose così come sono.

INNO ALLA “VIA DI MEZZO”

È mai stato cantato un inno alla via di mezzo?
C’è stato mai qualcuno a lodare i suoi vantaggi?
Chi n’è stato fiero?

Tutto deve essere sempre “super” o “fortissimo” o “mega”. Chi confessa che gli piace il tiepido?
Non  le cose bollenti del forno,
neanche quel gelo del freezer.

Non sai, che nel tiepido esiste l’ambiente migliore per la vita,
con tutti i suoi vantaggi e rischi?
Il tiepido è digeribile,
però può anche facilmente andare a male.
Semplicemente perché non è sterile.
Non è per caso che tante creature si sentono lì tanto a loro agio?

Ah! La via di mezzo!
Tutto quello incompiuto,
tutto quello lasciato a metà!
Quanta creatività si può immaginare?
La tua fantasia va ispirata, perché
si può pronosticare come sarà quando finalmente …
La fantasia non ti annoierà mai,
e aspetterà con gioia l’ora,
quando … il tempo sarà maturo,
quando … qualche cosa sarà cresciuta,
anche se magari quel “fatto a metà” è stato già superato.

Picasso: Bozza di “Demoiselles d’Avignon”

E poi tutti questi procedimenti compiuti!
Quanto sono noiosi!
Questa perfezione!
Tutto al posto suo,
nel cassetto, messo agli atti …
pronto per essere impolverato.
Le cose incominciate, quelle a metà,
le prendi in mano
così vanno spolverate automaticamente –
le percepisci, le vedi, le tocchi,
le sposti da qua a là.
Puoi immaginare di fare così con le cose perfette,
con le cose sterili?
Quelle si mettono in una biblioteca o in un museo o nel freezer.
ma che cosa c’entra questo con te?

La perfezione è la morte!
La fine della creatività!
La fine della crescita!
Fusa in resina sintetica,
pressata sul vinile,
chiusa dietro pareti di acciaio, compresa la polizza assicurativa.

La via di mezzo non la puoi imprigionare.  
Non ne vale la pena, perché è soltanto incompiuta.
Esiste soltanto per te e ti tiene in vita.

È chiaro: ti costerà tante energie,  
forse sarà troppo per te.
Essere media significa:
essere sempre in movimento, perché niente è concluso.

Il vivo non è perfetto:
è storto e curvo e disordinato,
è a metà e instabile e irregolare.
A volte è così, a volte diverso.
E poi è smemorato!
Non è un principio per l’eternità.
È una continua evoluzione.

Il vivo non conosce i bordi diritti,
né la raccolta differenziata dei rifiuti.
Il vivo segue una legge intima che non è simmetrica.

Io non ce la faccio più con gli estremi:
Così  – o così! 
Tutto o niente!
Perché non “un po’”?
Perché non “metà – metà”?
Perché non “così – ma anche così”?
Perché non una via di mezzo?
Io sono fatta cosí.

Sì, sono pure stanca.
Devo fare tutto doppiamente,
perché sono smemorata,
devo cercare in continuazione,
perché dappertutto sono sparse  le mie cose incompiute.
E poi faccio una brutta figura!
Non chiedetemi quanto!
A volte piango disperata a causa di ciò.

Ma io sono fatta così.
Nel frattempo lo riconosco.
Da oggi in poi voglio confessarlo.

Gery De Stefano 2003/2023


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